mercoledì 28 dicembre 2016

IL CIBO AI TEMPI DELL'HOMO SAPIENS

Ricostruzione di Lucy
Siamo in viaggio da due milioni di anni. I primi Homo partirono dal continente africano per conoscere il mondo o, viste le conoscenze che avevano allora, per vedere cosa c'era più in là.

Così, partendo dall'Africa, hanno colonizzato il Medio Oriente e poi il sud dell'Asia. In una successiva migrazione siamo andati in Europa, verso la Siberia e attraverso lo stretto di Bering siamo scesi in America. Diversamente da quanto sapevamo le specie di ominini non si sono succedute una all'altra, ma hanno coesistito. Poi la specie Homo ha prevalso, mentre le altre si sono estinte. Non eravamo soli, abbiamo convissuto con specie diverse, con adattamenti diversi, tutti bipedi, tutti cacciatori e tutti onnivori.

 
punte lavorate

La dieta dei nostri antenati, parliamo di un arco di tempo che va dai 200.000 ai 35.000 anni fa, era fatta di cacciagione, tuberi e da ciò che si poteva raccogliere.
I manufatti dell'uomo di Neanderthal e dell'uomo sapiens sono molto simili, ma l'uomo Sapiens porta importanti innovazioni nella lavorazione della materia (dalla selce si ricavavano lame dalle dimensioni controllate e più affilate), nell'utensileria quotidiana (grattatoi per pulire le pelli) e nell'armamento venatorio (punte di osso o palco di cervi). 


Ma cosa cacciavano? Quali animali sconosciuti hanno incontrato?


Homo floresiensis
abbraccia la cena
Coloro che dall'Africa sono andati in Asia e da lì in Oceania hanno incontrato grandi uccelli, antenati delle oche e delle anatre, alti circa 170 cm, dal pericoloso becco.
Diversamente da quel che si può credere il Madagascar venne colonizzato nel V sec. d.C. e il Dodo si estinse di recente.

L'Homo floresiensis, relegato nell'isola di Flores (Indonesia), era davvero piccino: da adulto era alto come un nostro bambino di 8 anni. Cacciava però topi dalle dimensioni imponenti: grandi la metà di lui.

Tigre dai denti a sciabola
Nelle praterie sterminate dell'America gli Homo incontrarono i mastodonti: 57 mammiferi di grossa taglia che si estinsero in pochi millenni. Fra questi scomparve il cavallo, che venne poi reintrodotto dagli spagnoli, e la tigre dai denti a sciabola, che arrivava a pesare 400 kg.

Con la scomparsa dei grandi mammiferi, terminò anche la glaciazione (circa 11.500 anni fa). Nuove distese erano disponibili, l'uomo divenne coltivatore delle specie, che prima raccoglieva e allevatore degli animali più miti, che prima cacciava. Scomparvero vecchi stili di vita (nomadismo) e ne comparvero di nuovi (stanzialità). Ma il farro era duro da mangiare e si cominciò a macinarlo. Si poteva essiccare e conservare a lungo. Si inventarono le macine manuali e le ciotole per la conservazione.

L'uomo ha cominciato a modificare il suo ambiente e l'ambiente ha modificato lui: la domesticazione di capre, pecore e bovini favorì la diffusione di una caratteristica genetica nella nostra specie, la capacità di digerire il latte in età adulta.

Queste sono solo alcune delle informazioni che si possono trovare alla Mostra "Homo sapiens - Le nuove storie dell'evoluzione umana", aperta dal 30/9/2016 al 26/2/2017 presso il Museo delle Culture in Via Tortona 56 a Milano.
Qui trovate un altro articolo relativo alla mostra, "I viaggi dell'Homo sapiens in mostra a Milano: per capire le nostre origini e ricostruire la nostra storia".

Luigina Pugno


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